Associazione Tourbillon APS

Antologia Lumière

Antologia Méliès

David W. Griffith

REGIA: Louis e Auguste Lumière e AAVV

FOTOGRAFIA: Louis Lumière e AAVV

MUSICA: Camille Saint-Saens

PRODUZIONE: Louis e Auguste Lumière

INTERPRETI: Auguste Lumière, Antoine Lumière, vari

ORIGINE: Francia; DURATA: 90’

Operai ed impiegati che escono dalle officine Lumière, l’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, la colazione di un bebè, dei giocatori di carte, dei giocatori di bocce, vedute cittadine di Lione, Parigi, Londra e molte altre città del mondo, uomini e donne al lavoro, una bambina che gioca con il suo gatto, dei pesci rossi in una boccia d’acqua, un giardiniere che annaffia e che…viene annaffiato: questi e tanti altri sono i soggetti dei film di Louis e Auguste Lumière, della durata di cinquanta secondi, i primi film del mondo quando, secondo Henri Langlois, “gli schermi aprivano una finestra sull’infinito”.

Con Louis e Auguste Lumière, il cui cognome profetico significa luce, inizia il grande spettacolo del cinema. Perché se Thomas A. Edison e altri inventori avevano trovato il modo di rendere visibile il movimento ma solo in apparecchi per la visione individuale, i Lumière sono i primi a proiettare i loro film su un grande schermo e ad un pubblico pagante.

Questo avvenne il 28 dicembre 1895 in un posto un po’ malfamato, al Salon Indien del Grand Cafè a Parigi e questa è la data fatidica della nascita del cinema: “Quella rappresentazione fu il primo spettacolo di cinema del mondo! L’incasso ammontò alla somma ridicola di 35 franchi” raccontò poi Louis Lumière.”

I Lumière girarono centinaia di film in pochi anni e poi abbandonarono il cinema per sempre: i due fratelli di Lione si sentivano inventori e scienziati e non erano più interessati a quella sorta di teatro filmato, organizzato industrialmente che il cinema era diventato nel frattempo. Ma in quelle loro prime inquadrature-film (vués), in quei primi sguardi pieni di poesia che un occhio meccanico rivolge al mondo, i Lumière avevano già immaginato tutto il cinema del futuro.

L. Giribaldi

ANTOLOGIA MÉLIÈS

(1896-1903)

REGIA E SCENEGGIATURA: Georges Méliès

PRODUZIONE: Star Film

INTERPRETI: Georges Méliès, vari

ORIGINE: Francia; DURATA: 83’

Un albergo infestato dagli spiriti (L’Auberge insorcelée, 1897), un uomo si stacca la testa per…tre volte e con le teste poggiate su un tavolino improvvisa una canzone (L’Homme de tête, 1898), un mago fa apparire e scomparire bambini e oggetti dal nulla (Illusion fantasmagoriques, 1898), un melomane dirige le proprie teste poggiate sui fili del telegrafo come note musicali e fa loro cantare God Save the Queen (Le mélomane, 1903), un gruppo di scienziati sbarca sulla luna a bordo di un razzo (Viaggio sulla luna, 1902): questi e molti altri sono i soggetti ricchi di humour, fantasia, sensualità dei cortometraggi di Georges Méliès (Parigi, 1861 – 1938).

Méliès, uomo di teatro e illusionista, assisté alla prima esibizione dei Lumière il 28 dicembre 1895 a Parigi, ne rimase incantato e travolto. Con lui viviamo in diretta il passaggio dal teatro al cinema: “Nel 1896 trasformai il teatro Robert-Houdin in sala di proiezione, costituii la società Star Film e fabbricai a Montreuil-sous-Bois il primo teatro di posa. Mia moglie, mia figlia e i domestici furono i miei primi collaboratori.”

In breve tempo, Méliès dà sfogo alla fantasia più sfrenata, con la sua esperienza teatrale è già pienamente consapevole di quello che significa mettere in scena, creare della finzione: “Eccomi infine alle vedute che si è soliti chiamare «a trasformazione». Sarebbe più esatto definirle vedute fantastiche. L’importante di questo tipo di cinema consiste soprattutto nell’ingegnosità e nell’imprevedibilità dei trucchi”.

Il cinema per Méliès è un sogno straordinario: “Credo di poter dire che pochi uomini giunsero a vivere appieno dentro il loro sogno, quanto io in quegli anni. Non pensavo che ai miei lavori, non vedevo che quelli. Mi facevo di volta in volta scenarista, scenografo, attore, regista, trovarobe, montatore, editore. Non c’era immaginazione, non fiaba, non portento cui non dessi corpo nel mio teatro di posa.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di L.G.)

L. Giribaldi